Progetto Nuovo Leone

Da Tuttoleone 01-2022, P. Vitangelo Denora S.I., presidente CDA Istituto Leone XIII, introduce il Nuovo Leone XIII

Negli ultimi mesi certamente avrete sentito parlare formalmente ma più spesso informalmente di “Nuovo Leone”. Cosa è? Perché parlare di un Leone nuovo in questo momento così difficile del nostro mondo?

A me piace pensare che sia proprio oggi il tempo di sognare insieme qualcosa di grande e bello per il futuro, che sia proprio oggi il tempo di osare il nuovo della speranza e di un rinnovato umanesimo che sembra calpestato dai terribili eventi che ci circondano.

Per questo accetto volentieri l’invito a scrivere qualche pensiero sul progetto di ristrutturazione del Leone XIII che stiamo avviando in base alle riflessioni strategiche del CDA dell’Istituto e con il coinvolgimento progressivo e a cerchi concentrici di tutti i protagonisti della comunità scolastica in un grande movimento di creazione e laboratorio di futuro.

Prima della pandemia era stata elaborata una nuova e stimolante mission dell’Istituto. In essa si evidenzia come un sogno alto sul Leone “si fonda su docenti testimoni credibili di questo stile e richiede coerenti spazi di apprendimento e ambienti di crescita“.

Innanzitutto si sottolineava l’importanza delle persone e di una comunità che vive in un ambiente (non solo fisico) stimolante, ricco di esperienze e valori autentici, dove prendersi cura di quello che più conta e “gli uni degli altri”.

Poi è venuta la pandemia e lì nel bel mezzo di essa abbiamo compreso ancora meglio e definitivamente quanto importanti fossero le persone, le relazioni, la comunità… e come non bastasse una scuola che offrisse solo contenuti e didattica, ma quanto fosse importante un progetto integrale di crescita che mettesse al centro l’alunno e gli chiedesse “come stai?”, facendosi carico della fatica, della speranza e delle domande vere della vita che emergono proprio quando tutto sembra precipitare.

Mi piace allora dire che la storia di questi anni ci ha portato a questa nuova coscienza di quello che siamo e della nostra missione oggi. È questa forse la novità più profonda del nuovo Leone, “come lo scriba che estrae dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove”. Ed è alla luce di questo tipo di novità che si capisce meglio il progetto della ristrutturazione del Leone XIII.

Nei criteri della ristrutturazione alla base del nuovo Leone c’è infatti proprio il mettere al centro le persone, le loro relazioni, le esperienze molteplici e diversificate che si possono fare in una scuola aperta e polarizzata sulla formazione integrale: esperienze didattiche e culturali significative, esperienze sociali e spirituali di crescita a trecentosessanta gradi, esperienze sportive, musicali… Esperienze personali e comunitarie coinvolgendo tutte le componenti della comunità…

Questa era la riflessione che il consiglio di direzione aveva consegnato al CDA: “Un obiettivo importante da perseguire è pensare a una scuola fruibile dai ragazzi, ma non solo, senza distinzione alcuna, dalle 7.30 alle 23.30, dove esista la concreta possibilità di ‘cercare e trovare Dio in tutte le cose'”.

La ristrutturazione del Leone non partirà per questo da semplici esigenze di abbellimento o ammodernamento delle strutture esistenti, ma con il contributo di tutti partirà ed è già partita proprio dalla riflessione sull’esperienze e sui valori che ci costituiscono.

Con l’aiuto di tante professionalità esploreremo le nuove frontiere della ricerca pedagogica sull’“ambiente educativo” o sullo “spazio didattico”. La domanda che la guida è: “quale è l’ambiente che meglio consente di vivere quell’esperienza o quel valore che si vuole sperimentare?”. Non si costruisce prima l’ambiente per poi “vincolare” l’esperienza che al suo interno si deve svolgere, ma al contrariosi studia e riflette sulle caratteristiche dell’esperienza/valore per poi interrogarsi su quale è l’ambiente che meglio facilita, permette, accompagna quello che si vuole vivere, usando creatività e pluralità.

Guardando al futuro del Leone XIII, uno degli obiettivi strategici è proprio quello di: “creare un ambiente di crescita dinamico ed ecologico dove i diversi spazi siano a servizio del progetto educativo”.

In una carrellata tutt’altro che esaustiva, mi piace offrire alcune immagini che ne vogliono consentire altre e che vogliono coinvolgerci tutti.

Questa trasformazione riguarderà le aule come veri ambienti dinamici: se vogliamo mettere al centro lo studente ed il suo processo di apprendimento con tutte le differenti fasi che lo compongono, le aule non potranno prevedere come unica possibilità quella della cattedra e delle file di banchi ordinati in progressione.

Questa trasformazione riguarderà i corridoi: essi non potranno essere solo luoghi anonimi di passaggio, ma di esperienze sociali e di incontro, con un dialogo architettonico diverso con le “classi”.

Parimenti saranno trasformati i laboratori perché sempre più dialoghino con la didattica ordinaria delle diverse discipline, facendo diventare tutta la didattica laboratoriale. In generale ci sarà bisogno di spazi più collaborativi e di incontro e per esprimere il valore dell’accoglienza bisognerà ragionare sugli ingressi e gli atri.

Nel complesso ci sarà bisogno di un dialogo diverso tra interno ed esterno dell’Istituto, valorizzando l’ampio spazio aperto, sportivo e non, come spazio didattico ed educativo attento alla natura e alla cura della casa comune con una rinnovata consapevolezza ecologica.

Questa trasformazione riguarderà i tempi e gli spazi pomeridiani: quelli di studio libero e sorvegliato, la biblioteca e i luoghi dell’attività pastorale e sociale pomeridiana ed anche gli spazi ricreativi e di relax. Il dialogo con gli spazi sportivi e quelli artistici potrebbe ritrovare nuove continuità mettendo al centro la persona in tutte le dimensioni della crescita.

Occorrerà costruire ambienti anche per le altre componenti della comunità: luoghi per esempio dove la comunità dei docenti possa ritrovarsi, lavorare, riflettere, incontrarsi in dipartimenti o in gratuità in una scuola aperta a 360 gradi, e anche altri luoghi per la comunità dei genitori. Occorrerà certamente ripensare lo spazio sacro dentro il cuore dell’Istituto che custodisca il senso profondo della missione educativa.

Come sapete il primo passo della ristrutturazione del Leone XIII è quello dell’apertura della Scuola dell’Infanzia e credo sia molto bello cominciare proprio dai più piccoli. È questo il primo volto di quella novità che bussa alla nostra porta. Così quando penso al nuovo Leone penso all’emozione che proveremo ad accogliere insieme quest’anno i leoniani più piccoli della storia.

Con loro cresceremo nella nostra missione di Leone XIII ma ancora di più nel sogno condiviso di un mondo di giustizia e di pace!

p. Vitangelo Denora SJ
Presidente CDA Istituto Leone XIII

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