Nuovo Leone/Licei: Progettare il futuro
Da Tuttoleone 01-2022, il Nuovo Leone visto dai Licei
“Aprite il cassetto dei desideri, abbiate il coraggio di sognare”, con queste parole la Compagnia e la Direzione dell’Istituto hanno invitato i docenti dei Licei a dare il loro contributo al progetto di nuovo Leone che sta prendendo forma in questi giorni.
La richiesta è stata quella di provare a immaginare in grande libertà un rinnovamento degli spazi che quotidianamente animiamo con i nostri studenti.
Una sfida intrigante, dunque, dal momento che ideare uno spazio didattico nuovo significa interrogarsi su quale scuola siamo e su quale scuola vogliamo e possiamo diventare.
Abbiamo così cominciato a confrontarci tra noi e a parlare di molte cose: abbiamo immaginato aule modulari in cui possano convivere la lezione frontale e l’attività laboratoriale e ambienti abbastanza ampi e flessibili da ospitare iniziative interclasse; abbiamo pensato a spazi confortevoli aperti tutto il giorno agli studenti per lo studio, le attività extracurricolari e la socializzazione; ci siamo figurati aree di lavoro per i docenti adeguate alle esigenze di un’attività educativa che non si esaurisce nella semplice lezione in classe.
Tante idee, tante proposte, che si riconoscono tutte, però, in un’idea chiave: la centralità dello studente, cui deve essere offerto uno spazio che egli possa riconoscere come suo e in cui possa esplorare tutte le dimensioni della crescita.
In questa direzione, per esempio, si muove l’auspicio che il gruppo classe possa occupare per cinque anni la stessa aula, personalizzandola e facendone il luogo della sua storia.
Sapremo in seguito quanto sarà possibile realizzare dei nostri sogni un po’ spericolati, ma dobbiamo comunque ringraziare chi ci ha offerto la preziosa occasione di riflettere su noi stessi e sul nostro modo di intendere la scuola e non rinuncia, anche in un momento così difficile, in cui la pandemia è ancora tra noi e i furiosi venti di guerra provenienti dall’est comprimono il nostro orizzonte, a progettare il futuro.
Prof. Carlo Campanini