La quaresima delle domande
Da Tuttoleone 01-2021, la riflessione di Padre Nicola Bordogna S.I., nostro Ex-Alunno e Responsabile della Pastorale d’Istituto
Stiamo vivendo la Quaresima: la seconda attraversata dalla pandemia.
Se l’anno passato il lockdown ci aveva avvolto nel silenzio, conducendoci nel bel mezzo di un deserto in cui, perduto ogni riferimento, ci bastava un generico #andràtuttobene per riuscire ad andare avanti, quest’anno l’alternarsi di aperture e chiusure sta logorando profondamente la nostra tenuta e stentiamo a trovare una via per uscire da questa terribile situazione.
Quando finirà tutto questo? Quando potremo iniziare a pensare ad un futuro con qualche cenno di stabilità in più? Come mai è così difficile venire fuori da questa pandemia? Cosa sarà la nostra vita dopo il Covid?
Tante le domande che oggi affollano la nostra mente e lasciano turbato il nostro cuore.
La Quaresima è il tempo che precede la Pasqua, in cui siamo invitati alla conversione, ovvero a cambiare mentalità attraverso la preghiera, l’elemosina e il digiuno. Certamente negli anni passati eravamo abituati a dedicare tempo e spazio a queste pratiche religiose.
Se torniamo con la memoria alle giornate di ritiro dei licei, alle iniziative caritatevoli che la scuola media metteva in essere grazie alle piccole e grandi rinunce di ciascuno, alla preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana della scuola primaria: quanti sforzi dedicavamo in questi quaranta giorni!!!
Quest’anno siamo invitati forse a declinare diversamente queste pratiche, non fosse altro per la grande incertezza che ci accompagna: siamo invitati a lasciare che preghiera, digiuno ed elemosina si riempiano delle nostre domande più autentiche.
Se pensiamo alla preghiera, non possiamo fare a meno di ritornare con la memoria a quel 27 marzo dell’anno passato in cui Papa Francesco, proprio nel bel mezzo della Quaresima, da una piazza San Pietro straordinariamente deserta ci invitò tutti a pregare insieme in un silenzio rotto soltanto dalle sirene.
La nostra preghiera in quei giorni è stato il rumore delle sirene come grido rivolto ad un Dio che appariva silente mentre il mondo veniva devastato dal Covid.
Oggi, seppur ancora immersi in un incubo che stenta a terminare, qual è la voce che rappresenta la nostra preghiera?
Sono forse gli schiamazzi di chi cerca di riappropriarsi di una socialità troppo a lungo segregata? Sono ancora le sirene delle ambulanze che trasportano i nostri malati nei reparti Covid? Cosa è diventata oggi la nostra preghiera? Cosa è diventato oggi il nostro rapporto con Dio?
Al digiuno ci siamo forse abituati un po’ tutti. Un digiuno diverso quello di quest’ultimo anno: alla rinuncia forzata alla socialità ha fatto seguito la rinuncia all’incontro con gli altri, in un costante isolamento che forse ci ha rivelato un’inedita immagine di noi stessi.
Abbiamo rinunciato a tanto e a tanto ancora rinunceremo prima di uscire dalla pandemia.
Tra le quattro pareti delle nostre camere quante volte ci siamo trovati di fronte alle domande sul senso della nostra vita. Ci siamo sentiti costretti ad affrontare da soli le nostre paure e abbiamo scoperto di possedere risorse inedite.
A digiuno di abbracci abbiamo imparato a lasciarci interrogare dal vuoto che questo comporta, scoprendo ciò che è veramente essenziale nella vita: le relazioni.
L’elemosina come gesto concreto di solidarietà quest’anno si è trasformata nell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Indossare la mascherina, mantenere la distanza, starnutire nella piega del braccio, sono divenuti i gesti concreti con cui ci prendiamo cura gli uni degli altri.
Quest’anno la Quaresima con le sue pratiche penitenziali, che possono apparirci forse un po’ anacronistiche, ci invita ad andare a fondo alle domande fondamentali e sempre attuali della vita: chi è Dio per me? Chi sono io per me stesso? Chi sono gli altri per me?
Padre Nicola Bordogna S.I.
Responsabile della Pastorale dell’Istituto Leone XIII