Padre Arrupe: “Il significato di tre iniziali”
Pubblichiamo una lettera agli Ex-Alunni di Padre Arrupe dell’ottobre 1966, sul significato delle iniziali “Associazioni Antichi Alumni”. E’ possibile anche scaricare il file PDF cliccando qui.
Pedro Arrupe S.J. – UOMINI PER GLI ALTRI, Roma, 2 ottobre 1966
1) Primo incontro: il significato di tre iniziali*
Prende atto del senso di responsabilità riguardo al momento attuale e di preoccupazione riguardo al futuro che anima i presenti – Le iniziali della formula “Associazioni Antichi Alumni” gli suggeriscono tre idee orientatrici: Amore Azione Apertura – Frutto della formazione ricevuta – Contributo alla pace nel mondo, al servizio di Cristo, della Chiesa e dell’Umanità.
* [Testo originale spagnolo in SUMARIO, Asociaciòn AA.AA. de Barcelona-Caspe, segundo semestre 1966, pp 3-5. Traduzione italiana in INCONTRI, organo della Federazione Italiana Ex-Alunni della Compagnia di Gesù, novembre 1966, pp. 5-6.
E’ stata per me una grande soddisfazione udirvi. In tutte le vostre parole, idee, sentimenti, vibra una profondissima gratitudine per l’educazione che avete ricevuto dalla Compagnia di Gesù. E nello stesso tempo si avvertono le vibrazioni di un nuovo senso di responsabilità per il momento attuale, stimolato soprattutto dallo spirito di universalità, ecumenico, del Concilio Vaticano II: è la responsabilità che la Chiesa fa sentire ai laici di oggi. Nello stesso tempo si avverte nei vostri discorsi una grande preoccupazione per il futuro: state pensando di lavorare con la Chiesa per il mondo del futuro, e certamente questa responsabilità e preoccupazione devono darvi un forte incitamento a lavorare con efficacia per il mondo di oggi e di domani, basandovi su quella formazione che vi ha dato la Compagnia di Gesù e che essa oggi riscontra in voi con orgoglio nel sentirvi parlare in maniera tanto eloquente.
D’altra parte, pensando a voi, leggevo in questi giorni le varie pubblicazioni delle vostre Associazioni in diverse lingue per scoprirvi l’eco delle vostre attività. Alcuni vi chiamano Anciens Eléves, altri Old Boys, altri Antiguos Alumons; cioè si sottolinea il carattere di cose passate, ancien, old, antiguo. Invece, ascoltandovi, ho sentito palpitare in voi una giovinezza che non è in proporzione diretta con l’età di qualcuno di voi qui presente. Tutti emanate una giovinezza esuberante, uno spirito nuovo, un’apertura verso il mondo: precisamente ciò di cui c’è bisogno oggi nella Chiesa: il bisogno di qualcosa che mi sembra simboleggiato nella formula che usate quando citate le vostre Associazioni: Associazioni di Antichi Alunni, A A A.
La prima A è simbolo dell’amore, che certamente ha trasfuso in voi la Compagnia di Gesù; giacché la base della sua vita religiosa è “la legge interiore della carità e dell’amore”, ossia ciò di cui oggi il mondo ha bisogno: l’amore cristiano, non solo la tecnica, o il progresso materiale, o la sola filantropia.
La seconda A parla di azione. La Compagnia di Gesù è essenzialmente attiva, apostolica, e ha trasmesso nelle vostre menti e iniettato nelle vostre vene il senso dell’azione. Anche il predecessore Padre Janssens vi parlava di azione nella lettera che vi diresse nel 1956. Questo senso dell’azione deve stimolare le vostre Associazioni. Non per nulla avete ereditato la mentalità gesuitica, che è ispiratrice di un’azione fondata sull’amore. Così sarete nel mondo i rappresentanti di quel “contemplativo nell’azione”, che è l’ideale cristiano di tutti i tempi, ma specialmente di oggi.
La terza A dice apertura: aperti al mondo, con una comunicazione senza limiti, con un impegno a tutto ciò che è umano: apertura a tutto e a tutti. A tutto ciò che è bene, e anche a tutto ciò che è male, per correggerlo, per purificarlo, per eliminarlo.
Un’apertura, dico, verso ogni ambiente umano, senza distinzioni, seguendo anche in questo il criterio ignaziano del “tantum quantum” dell’ ”ad maiorem Dei gloriam”. E nello stesso tempo apertura a tutti, a tutti gli uomini. Tutti gli uomini sono buoni nel fondo. Le ideologie possono essere sbagliate; però ogni essere umano porta nella sua essenza qualcosa di buono che dobbiamo condurre a Dio. Saranno cristiani, saranno atei, saranno pagani, saranno agnostici, saranno… quel che saranno, però tutti hanno il comune denominatore di uomini, e nell’uomo certamente, sempre e in ognuno, c’è qualcosa di buono, che dobbiamo salvare con Cristino e per Cristo.
Apertura verso ognuno degli altri membri delle Associazioni. In definitiva, qual è il legame che vi unisce? Semplicemente il fatto di essere stati educati dalla Compagnia di Gesù, lo spirito che essa ha immesso in voi. Non vi unisce la fede, perché vi sono tra voi molti che non l’hanno; neppure vi uniscono le ideologie politiche, perché sono tante le loro impostazioni e i partici politici che le professano: non vi unisce la lingua, né il paese, e neppure il continente. Vi unisce soltanto il fatto di essere stati educati dalla Compagnia di Gesù. Questa vostra unità esige una mutua comprensione, uno spirito largo, comprensivo, universale. Anche questo vi abbiamo insegnato, ad amarvi tra voi tutti, con la massima apertura di affetto, senza distinzione di razza, di colore, di lingua, di cultura: siete tutti nostri cari Antichi Alunni, figli spirituali di un’unica Madre, la Compagnia di Gesù.
E’ un fatto, questo, sul quale dobbiamo riflettere. Le Associazioni hanno, devono avere, una fisionomia speciale, se vogliono essere conseguenti con la loro origine soprattutto con la loro essenza. Tutti siete stati educati dalla Compagnia di Gesù riportate in voi una particolare formazione comune a tutti. Lo notate quando lasciate il collegio per le vostre professioni, quando andate a lavorare nel mondo dopo essere stati formati dalla Compagnia di Gesù. Certamente notate che c’è in voi qualcosa di diverso, una certa “aria di famiglia”; diremo oggi: una speciale struttura mentale.
Dicevo stamane, parlando con un gruppo di voi, che certamente, in moltissimi casi, l’amore dell’Antico Alunno per il suo collegio è più grande dopo averlo lasciato che quando lo frequentava. Nei giorni del collegio non apprezzava ciò che vi riceveva; allora vedeva niente altro che il Padre severo, il Padre che lo corregge a cui preme la disciplina e lo studio. Quando però affronta il mondo per esercitare la sua professione, vede il tesoro immenso che la Compagnia di Gesù gli ha dato; non tanto la scienza e la tecnica -che pure hanno moltissima importanza – quanto soprattutto una personalità, un carattere, un valore umano, che forse non si trova in altri, specialmente in coloro che sono frutto di una formazione strettamente laica.
Per scoprire la radice di questo valore umano dobbiamo risalire alle origini, e le troviamo, questo origini, nella Ratio Studiorum della Compagnia, che nasce dalle sue Costituzioni, le quali sono una più ampia espressione della Formula dell’Istituto, che a sua volta nasce dal Vangelo, da Cristo, dalla Chiesa; e questi devono essere i vostri ideali. Oggi, come laici, dovete essere i vessilliferi del “ideologia” cristiana, l’unica che può salvare il mondo. Per usare le parole di Sant’Ignazio, che spero a voi familiari, dovete essere di “coloro che offrono le loro persone al lavoro e desiderano distinguersi in ogni servizio del Re Eterno e Signore Universale”.
Abbiamo sentito dal Santo Padre Paolo VI che la pace, il dono della pace, è il gran dono messianico. Il mondo che non ha fede non è capace di riconoscere questo dono, anche se certamente ciò che cerca inconsciamente è proprio questa pace messianica, che anche fonte di gioia. Voi siete coloro che hanno i mezzi, che hanno l’energia per contribuire in maniera efficace, con la Chiesa e col Santo Padre, a portare nel mondo di oggi questa pace questa gioia: la pace gioiosa di Cristo.
Questo deve farvi sentire una grande responsabilità, non solo a voi, ma anche a noi. In fin dei conti lo spirito fondamentale della Compagnia di Gesù e servire Cristo, servire la Chiesa. Noi dobbiamo servire voi, che siete anche Chiesa. E noi insieme con voi dobbiamo essere a servizio dell’umanità. È una cooperazione, un servizio in cui non c’è né il più grande né il più piccolo; siamo tutti figli del Padre comune; tutti dobbiamo lavorare per la Chiesa, per portare Cristo nel mondo.
Questo deve essere il senso delle vostre attività. Aspettiamo le vostre realizzazioni. Ora il momento di dimostrare i veri frutti della Compagnia di Gesù, lavorando in maniera efficace, con la vostra intelligenza organizzatrice, affinché il Congresso Mondiale che state preparando sia veramente un congresso che segni per le vostre Associazioni il principio di una nuova era post conciliare; affinché possiamo dire con sincerità che siete l’orgoglio della Compagnia di Gesù che vi ha formato; e soprattutto che siete coloro che realizzano l’ideale delle laico descritto dal Concilio Vaticano II, in questo mondo che sta attraversando una crisi senza precedenti e che ha bisogno di una sola cosa, della carità di Cristo.