Tre domande a… Roberto Negroni
Carissimi amici benvenuti.
È con grande piacere che vi annuncio la nascita di questa nuova sezione del sito dove, periodicamente, troverete la presentazione di un libro sotto forma di intervista all’autore, rigorosamente un Ex-Alunno del nostro Istituto.
Ed è con immenso piacere che inizio intervistando Roberto Negroni, autore di “Le dieci fortune” e amico da più di 45 anni (come passa il tempo ….): non potevo esimermi dal parafrasare il titolo del suo libro intitolando questa prima intervista.
Federico Trussoni
Consigliere Associazione Ex-Alunni
Dieci domande a Roberto Negroni
Perché il titolo “Le dieci fortune”? Cosa rappresentano queste dieci fortune?
Il titolo è tagliato su una persona come me: nata sana, nata in Italia (che già oggi se sei nato in qualche realtà del mondo dimenticato, più che vivere ti devi limitare a sopravvivere), nata da una buona famiglia che le ha permesso di studiare… e così via.
Vuole da un lato farci prendere consapevolezza di quanto siamo privilegiati e dall’altro ricordarci però che a grandi privilegi conseguono grandi responsabilità.
Quali sono allora queste responsabilità cui ti senti in dovere di ottemperare?
La prima fra tutte è la responsabilità di condividere i propri doni, cioè di donare agli altri quello che si è ricevuto, di lasciare un segno in questo mondo.
E qui ci colleghiamo alla tua fede cattolica.
Sì, certamente.
Vi sono due capitoli che parlano espressamente di questo: il capitolo 8 che si intitola proprio “LA FEDE”, che considero un’ottima traccia per la predicazione di esercizi spirituali, e il capitolo 9 che ci presenta la vita di due “santi” che ho incontrato.
Pensi di avere incontrato dei santi?
Sicuro, tutti ne incontriamo nella nostra vita. Il beato Carlo Acutis, Ex-Alunno, fra i punti del suo personale “decalogo” indica la richiesta continua, quotidiana al Signore di metterci sulla strada della santità.
Raccontando la storia di queste due persone che ho frequentato, persone che hanno donato la propria esistenza per gli altri, voglio indicare che un santo non è una specie di marziano o di super-eroe molto al di là delle nostre possibilità: anzi, che tutti possiamo essere santi, se lo vogliamo veramente e lo chiediamo a Dio con umiltà e convinzione.
Ci sono delle parti anche più “leggere” nel libro?
Beh, certamente. Vi sono tre capitoli dedicati alla mia vita in ordine cronologico (uno in particolare, il cap. 4, parla esclusivamente del mio periodo al Leone, dalla prima media alla maturità scientifica nel 1977) e un altro dedicato alla mia carriera di imitatore e uomo di spettacolo: ma di questo potresti parlare anche tu, visto che sei stato uno dei miei apostoli nel mitico Jesus Christ Superstar!
Comunque, battute a parte, il libro è anche ricco di aneddoti gustosi e divertenti.
Nel libro parli anche della famiglia…
Sì, e anche lì direi che non mi sono fatto mancare niente, come i lettori potranno scoprire da soli…
Il libro è sostanzialmente indirizzato alle mie figlie, con la speranza di proporre loro un modello di vita cui mi auguro possano ispirarsi, nel pieno rispetto della loro libertà.
Come ti è venuto in mente di scrivere un’autobiografia, tu che non sei un personaggio famoso?
Proprio perché non sono un personaggio famoso (e qui cito un periodo del libro) “credo di poter rispondere con sufficiente cognizione di causa che il libro possa interessare un po’ a tutti; esso presenta, condensati nell’esperienza di un individuo, le situazioni e gli stati d’animo che ciascuno di noi può avere sperimentato almeno una volta nel corso della propria vita.”
E ancora: “Tutti noi, nelle diverse fasi della vita, siamo stati a volte ricchi a volte poveri, abbiamo vissuto gli entusiasmi della formazione e le sfide del lavoro; tutti abbiamo avuto degli hobby e delle doti naturali con cui confrontarci, una famiglia da vivere, una fede e una morale con cui fare i conti. La mia vita è stata un pò tutto quanto.”
Come hai reso compatibile la stesura del libro con i tuoi impegni di lavoro? Quando lo hai scritto?
Anche qui rispondo con un brano del libro: “Si può dire a giusto titolo che questo libro sia figlio della pandemia: esso è nato ai primi di marzo (2020, ndr) e si completa oggi, a fine aprile (per la precisione: al 29 aprile, data del compleanno di mia moglie Lisa). È stato scritto tutto d’un fiato, come non mi sono nemmeno accorto di aver fatto, chiudendomi nel mio studio ogni giorno, spinto dalla voglia di proseguire (…). Forse, se il periodo del coronavirus non ci fosse stato, non avrei nemmeno scritto il libro, o forse l’avrei scritto una volta in pensione, chissà, fra dieci anni: resta il fatto che questo sogno nel cassetto ha potuto essere realizzato”.
Per dirla in modo più esplicito, durante il lockdown di marzo-aprile dell’anno scorso, dopo i primi giorni di inattività in cui mi alternavo inutilmente fra il divano e la poltrona, mi sono reso conto che avrei dovuto fare qualcosa di più costruttivo, proprio per non lasciarmi sopraffare dal nichilismo che la situazione avrebbe potuto portare con sé. E così è nato un periodo di fertilissima ispirazione, soprattutto religiosa, da cui è scaturito il libro.
So che hai anche deciso di destinare il ricavato del libro in beneficenza…
Sì, a Save The Children per le loro adozioni a distanza, un programma cui con la mia famiglia sono affiliato da vari anni.
Qual è il messaggio finale che vuoi dare, l’ultimo pensiero con cui vuoi lasciarci?
Il motivo per cui ho scritto il libro è quello di “costringere” (passatemi questo termine forte, ma detto in modo affettuoso) il lettore a fare insieme a me un esame della propria vita, a rivolgersi domande del tipo: “Come sto conducendo la mia vita? Ho fatto qualcosa per cui verrò ricordato? Ho lasciato un segno nel mondo?”.
Proprio il tipo di domande che Papa Francesco – nella sua ultima, meravigliosa enciclica “Fratelli Tutti” – suggerisce di farsi (punto 197): “Quanto amore ho messo nel mio lavoro? (…) Che impronta ho lasciato nella vita della società? Quali legami reali ho costruito?”. E il Papa stesso, al punto 195, ci dà la risposta: “Al di là di qualsiasi apparenza, ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita” (esort. ap. Evangelii gaudium).
Spero nella mia vita di esserci riuscito e di riuscirci ancora, per il cammino che mi resta da compiere.
A questo quesito ho cercato di rispondere, nel libro, per quanto riguarda me stesso.
“Le dieci fortune” può essere acquistato online sui principali siti (Amazon, Feltrinelli, IBS, Mondadori) e nelle librerie su prenotazione.