Convegno Gruppo Avvocati
(fonte: Ex-News 04-2018)
L’attività del Gruppo Avvocati della nostra Associazione è un po’ una metafora della vita: per tanto tempo non accade niente e poi tante cose insieme!
In questo autunno abbiamo segnato due date importanti: il 25 ottobre con un incontro sulle Disposizioni di Anticipato Trattamento, dette DAT, e il 27 novembre con un convegno sulla Consulenza Tecnica Preventiva promosso dalla ISCL – Italian Society of Costruction Law (sul quale Vi relazionerò nel prossimo numero).
All’incontro sulle DAT hanno partecipato il Prof. Avv. Daniele Maffeis dell’Università di Brescia, il dott. Rino D’Ambrosi del Pronto Soccorso del Fatebenefratelli di Milano, Jacopo De Vecchi, Ex Alunno, sacerdote nonché insegnante di religione al nostro amato Leone, e il caro Nicola Bordogna S.I., Ex Alunno che è tornato al Leone per occuparsi dell’animazione spirituale dei ragazzi, ma abita a San Fedele.
Relatori e pubblico hanno potuto immergersi molto intensamente in questo tema che, trattando del fine vita, è delicatissimo. Nicola Bordogna S.I. ci ha dato il benvenuto e si è presentato per poi lasciare spazio al Prof. Maffeis che ha descritto bene e con passione la disposizione contenuta nella Legge 22 dicembre 2017, n. 219.
In particolare abbiamo letto e commentato l’art. 4 che recita: “Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari”.
La cosa interessante in termini generali è che questa “cosa” è una “cosa” nuova nel mondo del diritto: non è un contratto, non è un testamento, appunto, è un genus nuovo creato dal Legislatore che può, restando nel perimetro della Costituzione e dei Trattati UE, fare quello che vuole. I lati oscuri di questa norma sono tanti e la sua applicazione ci incuriosisce per la sua complessità.
Cosa vuol dire, ad esempio, “dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte”? Chi stabilisce il criterio dell’adeguatezza?
Il dott. D’Ambrosi ci ha fatto capire quanto siano cambiati i pazienti che visitano il Pronto Soccorso: sempre più anziani (conseguenza statistica dell’invecchiamento della popolazione), sempre più obesi, ipertesi o in terapia con farmaci delicati. E tutti, come è ovvio, vogliono guarire, anche se 20 o 30 anni fa tanti di questi nuovi pazienti sarebbero stati trattati in modo diverso. Ma oggi tanti fattori contribuiscono a modificare l’atteggiamento del medico che si trova davanti al paziente in emergenza, non ultimo la litigiosità in campo medico. Quindi se un medico ha una terapia a disposizione per provare ad allungare anche di poco il respiro di quella persona spesso la applica.
In questo contesto, abbiamo compreso a fondo la difficoltà della professione del medico che quando non può comunicare con il paziente vede sempre e comunque come priorità quella di salvargli la vita, possibilmente in modo amorevole. Sì, perché il dott. D’Ambrosi ci ha detto che spesso l’amore è ancora la medicina più forte che c’è, indipendentemente dal credo di chi soffre.
Jacopo De Vecchi, ha condiviso con noi le sue riflessioni sulla “sapienza biblica e sera della vita”, toccando le corde della coscienza e ricordandoci che solo lì, in quell’intimità profonda si forma la nostra libertà, nelle nostre decisioni su noi stessi e sul nostro futuro. E anche lui ha terminato mettendo l’accento sull’Amore che tra le virtù elencate da San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi è quella più importante. Carità, verso gli altri, verso noi stessi.
È stata davvero una fantastica occasione di riflettere insieme su un tema importante e i relatori, che hanno continuato a conoscersi anche durante l’aperitivo, mi hanno chiesto di ripetere l’evento, magari alle 20.45, quando i milanesi hanno terminato di lavorare, hanno terminato di mangiare e sono più liberi di ascoltare senza fretta! Quindi… arrivederci!
Massimiliano Cattano
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