Tre domande a… Chiara Cormanni
(fonte: Ex-News 01-2019)
Tre domande a… Chiara Cormanni, Vicepresidente Confindustria Giovani Lombardia, Imprenditrice ed Ex-Alunna
Quanto c’è di Leone XIII nella tua vita di oggi?
Ho frequentato il Leone XIII per 13 anni, dalle elementari fino al Liceo Scientifico. Mi porto dietro dei bellissimi ricordi e le amicizie più importanti.
Il Leone XIII è sicuramente un istituto che richiede tanto impegno e questo mi ha insegnato a non mollare mai davanti alle difficoltà, a rialzarmi sempre e più forte di prima.
Ho imparato un metodo che mi ha permesso di affrontare l’università prima, e il mondo del lavoro dopo, con molta più facilità. Penso che questo sia stato dato dall’approccio allo studio, allo sport, e a tutte le attività a cui ho avuto la fortuna di partecipare, dal volontariato alle vacanze formative a Caorle.
Non da ultimo, è una scuola imperniata su una grande spiritualità.
Cosa ti ha spinto a impegnarti in Confindustria Giovani?
Ho iniziato la mia carriera con esperienze in due multinazionali, Finmeccanica (oggi Leonardo) a Roma e poi Perfetti Van Melle a Milano, con 3 anni lavorativi ad Amsterdam.
Ho deciso di rientrare in Italia perché il mio sogno, fin da bambina, era lavorare nell’azienda di famiglia, la PPINOX srl: un settore altamente specializzato e non propriamente femminile. Per questo ho deciso di formarmi prima in altre realtà e di entrare in azienda con un bagaglio di competenze che potesse portare del valore aggiunto.
E da qui sono ripartita, con la decisione di iscrivermi ai Giovani Imprenditori, per continuare a confrontarmi con persone ed esperienze che potessero arricchirmi e farmi avere più strumenti per portare avanti, al meglio, le attività che seguo in azienda.
Ho trovato un gruppo di persone molto valide con tanta voglia di fare anche nei momenti più difficili. Questo spirito mi dà grande motivazione, che porto sempre dentro e che cerco di trasmettere a chi lavora con me.
Su quali aspetti ritieni sia importante si concentrino i ragazzi tra i nostri banchi di scuola?
I ragazzi che siedono sui banchi del Leone XIII sono fortunati, perché hanno la possibilità di avere una struttura che gli permette di accedere al meglio, sia in termini di insegnamento e sia per le tante attività extrascolastiche formative: occasioni da non perdere.
Un messaggio importante che voglio dare, perché l’ho imparato, è che non bisogna avere paura del fallimento. Grandi geni, come Thomas Edison (che fallì migliaia di volte, prima di inventare la lampadina) sono rinati da fallimenti.
Le competenze che verranno richieste nel mondo del lavoro saranno sempre più trasversali, serviranno profili professionali in grado di governare la rivoluzione digitale. A cui si dovranno aggiungere una preparazione manageriale, una solida componente umanistica e ovviamente competenze linguistiche.
Per questo raccomando a tutti un’esperienza all’estero, per la lingua e per confrontarsi con realtà diverse dalla nostra. Alle ragazze propongo di lanciarsi nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), dove oggi vige una netta maggioranza maschile, frutto di uno stereotipato sistema formativo.
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